Come potrebbe avvenire l’uscita dall’euro da parte dell’Italia

I pochi precedenti storici sulla rottura di aree monetarie, tra l’altro difficilmente comparabili, non rendono certamente agile il compito di stimare le conseguenze di un’ Italexit. Così come avviene oggi per il Regno Unito, con la Brexit, è possibile immaginare due scenari: un’uscita ordinata, o soft Italexit, e un’uscita disordinata o hard Italexit.

Secondo Manasse, le possibilità di riuscita della prima opzione sono molto esigue. Una soft Italexit, prevedrebbe un’uscita “negoziata” tra l’Italia e l’UE volta alla modifica dei Trattati. Questa strada però richiederebbe tempi molto lunghi e rischierebbe facilmente di sfociare nello scenario hard.

Ecco quale sarebbe la sequenza di eventi che secondo il professor Manasse potrebbe portare l’Italia ad uscire dall’euro.

  1. La miccia verrebbe accesa da un esecutivo, che propone di finanziare in deficit il proprio programma di governo.
  2. Contravvenendo in questo modo alle regole di Maastricht, la Commissione Europea aprirebbe una procedura di infrazione contro l’Italia.
  3. Nel frattempo, le agenzie di rating declasserebbero il debito pubblico italiano aumentando la tensione sullo spread e sulle banche. L’incertezza che ruota attorno al Paese, scoraggerebbe gli investitori nazionali e internazionali a rinnovare i titoli di Stato in scadenza.
  4. Le banche soffrirebbero una crisi di liquidità, determinata dai prelievi allo sportello e dall’impossibilità di ottenere denaro dalla Bce in cambio di titoli declassati al livello “spazzatura”.
  5. Per lo Stato l’unica strada percorribile per evitare il default rimarrebbe quella di chiedere aiuto alla Troika (FMI, Bce e Commissione Europea). Così come accaduto in Grecia, la Troika imporrebbe all’Italia i suoi “diktat” e cioè programmi di austerità volti a ristabilire la fiducia nel Paese.
  6. Il governo con le spalle al muro potrebbe decidere di uscire unilateralmente dall’euro ridenominando il debito e i depositi bancari in una nuova valuta nazionale. Si introdurrebbero controlli sui movimenti di capitale e chiusure temporanee delle banche.

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