Il risultato venuto fuori dalle urne alle ultime politiche consente di fare una previsione su quello che verrà fatto (o, almeno, su quello che è stato promesso di fare) per migliorare la condizione sociale in Italia. In particolare, ci si chiede sulla famiglia cosa cambia dopo le elezioni 2018. Che cosa hanno messo in campo su questo fronte i due schieramenti che potrebbero ricevere il mandato dal Quirinale per formare un nuovo Governo, cioè la coalizione di Centrodestra ed il Movimento 5 Stelle? Che cosa intendono fare per garantire alle famiglie italiane una maggiore stabilità economica? Ci sono delle nuove agevolazioni o degli incentivi nei programmi di chi ha vinto le elezioni 2018? Che cosa cambia? Vediamo.
Famiglia: cosa cambia con il Centrodestra
Se sarà il Centrodestra a guidare l’Italia nei prossimi cinque anni, il principale partito della coalizione, cioè la Lega, ha messo una serie di «paletti» sul concetto di famiglia. Il più significativo, la definizione stessa di famiglia, cioè: «La società naturale – si legge sul programma del Carroccio – fondata sull’unione naturale tra uomo e donna, come recepito dalla Costituzione italiana». Un concetto che, a priori, potrebbe creare qualche preoccupazione a chi ha sancito un’unione civile tra persone dello stesso sesso grazie alla legge Cirinnà [1]. Il tempo dirà – se sarà il Centrodestra a governare – se le nuove agevolazioni previste per le famiglie interesseranno anche loro oppure saranno riservate alle coppie che rientrano nei parametri descritti dalla Lega.
Ma quali saranno queste agevolazioni? Il partito di Matteo Salvini prevede questi interventi:
- l’introduzione di una no tax area mobile crescente n base ai componenti del nucleo familiare (teoricamente, quindi, più persone ci sono, meno tasse si pagano);
- innalzamento della soglia di reddito sotto la quale considerare un familiare a carico di un altro: da 2.840 euro (passato a 4.000 per i figli fino a 24 anni) a 6.500 euro circa;
- estensione del programma Home care premium dell’Inps come aiuto a chi ha un disabile in famiglia ad una platea di beneficiari più ampia rispetto agli attuali dipendenti e pensionati pubblici;
- tutela del riposo domenicale e durante le festività per i lavoratori: saranno questi a scegliere se essere impegnati in quei giorni e non i loro datori di lavoro. Dovranno essere garantiti almeno 2 riposi domenicali o festivi al mese;
- ritorno alla tradizione per quanto riguarda la descrizione dei genitori sugli atti pubblici. In pratica, saranno valide soltanto le diciture «madre» e «padre» anziché «genitore 1» o «genitore 2», che verranno messe al bando;
- per rilanciare le nascite, viene proposto un contributo di 400 euro detassati ai genitori per ogni nuovo figlio, purché i genitori siano cittadini italiani con almeno 20 anni di residenza nel territorio nazionale, fino al diciottesimo anno di età del figlio. Non vengono, però, indicate soglie di reddito;
- asili nido gratuiti per tutti i bambini nati da coppie italiane o straniere residenti in Italia da almeno 5 anni. La soglia di reddito è fissata in 50mila euro lordi ed entrambi i genitori dovranno avere un lavoro;
- esenzione dall’Iva sui prodotti per la prima infanzia (oggi al 22%). Non si pagherà l’imposta, dunque, su carrozzine, passeggini, sedili per le auto, culle, lettini, biberon, pannolini, latte in polvere, omogeneizzati, creme contro le irritazioni, ecc.;
- copertura dei contributi per gli assunti in sostituzione di maternità;
- aumento delle retribuzioni delle donne in maternità facoltativa.
A questi punti si aggiungono quelli degli alleati. Fratelli d’Italia, ad esempio, propone l’apertura degli asili nido anche d’estate come sostegno «alle madri» (ci sarebbero anche i padri, ma vabbè) ed incentivi alle aziende che assumono neomamme e donne in età fertile. Dal canto suo, Forza Italia mette sul tavolo:
- una flat tax basata sull’aliquota del 23% con una no tax area innalzata a 12mila euro (quindi non mobile, come vorrebbe la Lega);
- il reddito di dignità per le famiglie più povere;
- l’abolizione del bollo auto e delle tasse sulla prima casa.
Famiglia: cosa cambia con il Movimento 5 Stelle
Curiosamente, il Movimento 5 Stelle, il partito più votato alle elezioni 2018, non ha nel suo programma elettorale un capitolo appositamente dedicato alla famiglia. Tuttavia, ci sono alcune proposte che interessano questa sfera e che possono riassumersi così:
- introdurre politiche efficaci per permettere alle donne di conciliare i tempi della famiglia ed i tempi del lavoro, anche attraverso servizi ed un sostegno reddituale adeguato;
- innalzamento dell’indennità di maternità;
- premio di 150 euro al mese per tre anni a maternità conclusa per le donne che rientrano al lavoro;
- sgravi contributivi per le imprese che mantengono il posto di lavoro alle donne dopo la nascita dei figli;
- rimborsi per asilo nido, pannolini e baby-sitter;
- Iva agevolata per i prodotti per la prima infanzia e per la terza età;
- aumento delle detrazioni per l’assunzione di colf e badanti.